Diciamolo subito: il problema di Hänsel e Gretel è stato lo zucchero! Se, infatti, non fossero stati attratti da quella casetta in mezzo al bosco fatta di dolciumi, avrebbero sicuramente trascorso una giornata più serena. Ma tant’è. Come sappiamo i bambini sono ghiotti di zucchero ed è ovvio e giusto che sia così. Non altrettanto ovvio è che ci sia chi ne approfitta (vedi la strega) usando questo tipico richiamo infantile verso i dolci e trasformandolo in una trappola fatale. Ma per fortuna, come tutti sappiamo, le cose sono finite bene!
Nella realtà quotidiana sono andate altrettanto bene? Non del tutto. Lo zucchero è infatti uno degli alimenti più diffusi e pervasivi nell’industria alimentare moderna la quale, è bene ricordarlo, non produce alimenti sani e vivi ma bensì prodotti che hanno l’unico scopo di generare un profitto (vedi la strega) e noi, come nella favola dei fratelli Grimm, restiamo spesso affascinati dalle casette di marzapane pensando di alimentarci correttamente e, pur magari non essendo particolarmente golosi, “tirarci sù” nei momenti di depressione fisica o mentale. D’altronde un famoso motto pubblicitario recitava proprio “lo zucchero fa bene al cervello”. Ricordate? Niente di più mendace! Vediamo perché.
COME SI OTTIENE LO ZUCCHERO?
Lo zucchero viene prodotto partendo dalla barbabietola o dalla canna da zucchero attraverso una lunga serie di processi industriali che portano alla formazione di una sostanza finale (quella che fa bene al cervello!) la quale non ha più nulla a che fare con le materie prime naturali di partenza, ma risulta essere una sostanza totalmente chimica.
Tali processi prevedono una prima fase di depurazione con il latte di calce che denatura tutti gli enzimi, le proteine, i sali di calcio e le sostanze organiche presenti nella barbabietola o nella canna da zucchero. Si passa poi ad un trattamento con anidride carbonica e in seguito con anidride solforosa per eliminare il colore scuro. Dopo cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione si giunge allo zucchero grezzo, sostanza già priva di qualsiasi valore nutrizionale.
In seguito verrà filtrato e decolorato con carbone animale e, per renderlo totalmente bianco eliminando gli ultimi riflessi naturali giallognoli, colorato con blu oltremare o blu idrantene (derivato del catrame e quindi altamente cancerogeno).
Lo zucchero così ottenuto produce alterazioni del metabolismo e della fisiologia umana anche gravi. Vediamole nel dettaglio.
EFFETTI DELLO ZUCCHERO.
Primo effetto è il rapido innalzamento di glucosio nel sangue (la famosa glicemia). Essendo tale innalzamento, però, troppo veloce, l’organismo è costretto a produrre una elevata quantità di insulina per evitare che questi alti livelli di zuccheri nel sangue possano produrre danni irreversibili. D’altra parte un aumento così repentino e cospicuo di insulina, già di per sè provoca effetti dannosi: altera la funzione epatica, stimola la produzione di grassi saturi a partire dagli zuccheri, favorisce l’accumulo di grassi saturi nel tessuto adiposo ed impedisce l’utilizzo fisiologico dei grassi presenti nel nostro organismo. Risultato? Un aumento drammatico dei grassi saturi, i precursori di tutti i principali problemi cardiovascolari e della circolazione sanguigna in genere, con buona pace delle diete anti-colesterolo. Da questo punto di vista lo zucchero produce alterazioni ateromatose tanto quanto, se non più, di un elevato consumo di grassi animali.
Inoltre, avendo un forte effetto acidificante, il PH ematico viene modificato rapidamente creando una diffusa situazione di acidosi. In conseguenza di ciò, a cascata, avremo i seguenti effetti:
– per riportare il PH ad un valore fisiologico, l’organismo comincia a consumare sali minerali e vitamine togliendoli alle necessità metaboliche. Inoltre vengono estratti fosfati dall’osso producendo impoverimento di calcio e quindi osteoporosi. Nei fosfati, infatti, si lega il calcio che viene così sottratto alla struttura ossea.
– viene alterata la flora batterica intestinale, con conseguente disbiosi del tutto simile a quella prodotta da un antibiotico.
– viene depresso il tono muscolare, eccitato il sistema nervoso (i bambini a cui viene fatto consumare molto zucchero sono particolarmente nervosi), il tono dell’umore si abbassa, si rallenta l’attività renale, il fegato deve gestire una quantità abnorme di grassi e quindi la sua funzione viene alterata. Inoltre lo stomaco, a contatto con lo zucchero, muta la sua secrezione acida producendo quantità di acido cloridrico troppo elevate (un gastritico che soffre di emorragie gastriche potrebbe incorrere in una evento emorragico fatale ingerendo anche solo due cucchiai di zucchero a stomaco vuoto), si incrementano tutti i processi allergici, vengono favorite l’ipertensione e l’artrite.
– per effetto dell’acidosi aumenta anche l’acido urico nel sangue, di conseguenza si insatura una sofferenza renale e un aumento della pressione arteriosa che, in casi estremi, può favorire episodi ischemici cerebrali di varia natura o infarto del miocardio.
ALTERNATIVE
Varie sono le alternative. Si può cominciare con lo zucchero di canna, quello vero, molto diverso dalle bustine del bar. Lo si riconosce per il colore marrone scuro e la consistenza simile ad una farina. Ma si può usare anche lo sciroppo d’acero, il malto d’orzo, il succo di mela, il succo d’agave, lo zucchero d’uva e il miele (a patto che non sia prodotto con procedimenti industriali). Tali sostanze potrebbero anche diventare di uso comune per la produzione di dolci, biscotti, torte o qualunque alimento dolce fatto in casa. Il problema, infatti, non sono i dolci o i prodotti dolciari in sè ma bensì nel nostro caso, come pare evidente, il tipo di zucchero con cui sono fatti.
Concludendo, risulta chiaro che lo zucchero bianco è una delle sostanze “chimiche” più tossiche e dannose per il nostro organismo, per di più estremamente diffuso. Leggendo, infatti, le etichette degli ingredienti di un qualunque alimento confezionato troveremo lo zucchero, il glucosio o lo sciroppo di glucosio nel 70% dei casi.
Le casette di marzapane sono ovunque, quindi. E il problema di Hänsel e Gretel potrebbe divenire anche il nostro. Ma quella era solo una favola!